giovedì 26 gennaio 2012

27 Gennaio 2012

GIORNATA DELLA MEMORIA


in mostra le carte della Demorazzae le liste date ai nazisti per le deportazioni
Decine di documenti rari e d'epoca esposti per la prima volta a Roma dall'Archivio di Stato: dalle schede del censimento con nomi e indirizzi degli ebrei alle circolari del ministero dell'Interno sui divieti previsti dalle leggi razziali fino ai giornali della propaganda antisemita



Poco prima dell'estate del 1938 il ministero dell'Interno trasformava l'Ufficio demografico centrale in Direzione generale per la demografia e razza, la famosa "Demorazza", col compito di dirigere la politica antisemita. Tra le prime iniziative messe in campo ci fu quella di realizzare un censimento di tutti gli ebrei presenti a Roma e in Italia.

E alcune di quelle schede del censimento ordinato dal regime fascista, dove figurano nomi e cognomi, data, luogo di nascita e residenza di cittadini romani di religione ebraica, vengono esposte per la prima volta all'Archivio di Stato di Roma, che il 27 gennaio celebra la Giornata della Memoria con l'esposizione di una sessantina di documenti rari ancora in larga parte da studiare, selezionati tra quelli originari dei fondi della Questura e della Prefettura di Roma.


"Le schede del censimento sono proprio quelle che permisero ai tedeschi di effettuare la razzia del 16 ottobre del '43 al Ghetto e in altri quartieri di Roma, avendo liste precise per individuare, arrestare e deportare ", racconta Manola Ida Venzo, coordinatrice dell'evento con Augusto Pompeo.Le schede sono solo alcune delle testimonianze più suggestive della mostra "La persecuzione degli Ebrei a Roma. Documenti e voci" - allestita per due settimane nella Sala Alessandrina - che ripercorre la politica antisemita dal 1938, anno dell'emanazione delle prime leggi razziali, al 1945, attraverso testi emersi da un'accurata ricerca compiuta dallo staff dell'Archivio diretto da Eugenio Lo Sardo

Si possono leggere le circolari originali inviate dal Ministero dell'Interno a Questura e Prefettura di Roma per ricordare i divieti sanciti dalla normativa antiebraica: "Sono testi che ribadiscono in modo capillare, ossessivo e grottesco i vari divieti in cui incorrevano gli ebrei - dice Venzo - . Oltre ai divieti di svolgere professioni, all'istruzione nelle scuole del regno, a possedere proprietà mobili e immobili, si estendevano anche ad aspetti minimi della vita associativa e relazionale. Per esempio, si vietava l'accesso a biblioteche, ma anche a luoghi di villeggiatura di lusso frequentati da ariani, o di dormire in dormitori pubblici. Una delle circolari più ridicole ribadiva che gli ebrei non potevano partecipare ad associazioni per la protezione degli animali.

Sono testi che evidenziano lo scopo perseguito dal fascismo, cioè l'isolamento dal resto della collettività".Accanto alle circolari, spiccano giornali d'epoca che fomentavano la propaganda antisemita, come "La difesa della razza". Tra gli atti dei processi ai collaborazionisti che si svolsero nel '46, è stato ritrovato un opuscolo diffamatorio contro Celeste Di Porto, chiamata Stella per la sua bellezza, poi soprannominata "Pantera nera", controversa e spregiudicata figura di ragazza ebrea romana che passò tristemente alla storia per aver denunciato ai tedeschi i suoi correligionari. Condannata nel Dopoguerra, ha beneficiato dell'amnistia per poi far perdere le sue tracce.Sempre nei fascicoli dei processi spiccano lettere di un giovane deportato a Fossoli, scritte alla fidanzata collaborazionista, poi assolta per mancanza di prove: "Tra queste abbiamo ritrovato una lettera mandata di nascosto, scritta in codice, metà a penna e metà a matita - dice Venzo -Per paura che venisse intercettata, il ragazzo si finge un'amica della destinataria che vuole liberarsi del marito, ossia i tedeschi, che vuole obbligarla a seguirlo contro la sua volontà. Il ragazzo finirà in un lager tedesco e morirà".Tra le curiosità proposte dall'Archivio di Stato anche la mappa del percorso trionfale di Hitler quando arrivò a Roma l'8 maggio 1843: "Il corteo parte dalla stazione Ostiense, dove Hitler arriva in treno e viene ricevuto dal re e da Mussolini, e raggiunge piazza Venezia passando per il Colosseo e via dell'Impero fastosamente illuminati. E' la mappa originale della prefettura, studiata per provvedere alla sicurezza del percorso", racconta Venzo.Ancora in mostra, le richieste-suppliche da parte degli ebrei: "La normativa imponeva divieti, ma prevedeva anche deroghe per gli ebrei discriminati, in un'accezione positiva, per vari meriti, tra chi aveva servito la patria nella prima guerra mondiale o era iscritto al partito fascista. In quei casi potevano vedersi accordare dei permessi. In mostra ci sono richieste per tenere un apparecchio radio o una cameriera ariana".In occasione della Giornata della Memoria, venerdì 27 gennaio, l'Archivio di Stato collaborerà con gli attori del teatro Valle Occupato per la lettura dei documenti con l'interpretazione dell'attrice Veronica Visentin (Sant'Ivo alla Sapienza, Corso Rinascimento 40, dalle ore 11, ingresso libero).

giovedì 27 gennaio 2011

Giorno della Memoria 2011



Quel sacerdote che da solo
salvò centinaia di ebrei

Don Leto Casini rischiò la vita per aiutare i perseguitati. Lo scrittore Valdemaro Casini ora gli dedica un libro
Il Giorno della Memoria si può onorare anche ricordando gli eroi senza volto che durante la guerra e le leggi razziali hanno aiutato gli ebrei a sfuggire ai loro aguzzini.

Uno di questi è don Leto Casini, sacerdote mugellano che per assistere gli ebrei fu più volte incarcerato, picchiato e minacciato di morte. Ne salvò centinaia dalla deportazione e per questo è stato decorato con medaglia d'oro dal presidente della Repubblica e dichiarato Giusto tra le Nazioni dallo Stato d'Israele.

A lui e alla sua vicenda ha appena dedicato un libro lo scrittore fiorentino Valdemaro Casini, già autore di molti libri sul fascismo e la Resistenza, intitolato "La speranza oltre l'angoscia" (Edizioni Medicea). A don Leto il Comune di Firenze ha dedicato una strada e a Firenzuola, il suo paese di nascita, il consiglio regionale ha donato una targa ricordo. "Il mio racconto", spiega Valdemaro Casini, "vuol rendere omaggio a tutti coloro che, laici o religiosi, per salvare ebrei, omosessuali e zingari dalla furia persecutrice, bestiale e disumana dell'odio razzista non esitarono a rischiare la vita riscattando così dall'ignavia quegli italiani che rimasero indifferenti di fronte alla tragedia che si andava consumando sotto i loro occhi. O, peggio, vi collaborarono".

La pagina che non c'era


Il progetto "La pagina che non c'era" é un concorso di scrittura per gli alunni del trienno di tutte le scuole superiori di Napoli e provincia. I ragazzi leggeranno tre o quattro romanzi di autori contemporanei e dovranno aggiungere una pagina in un punto qualsiasi del libro, imitando lo stile degli autori e cimentandosi con la scrittura à contrainte. Il progetto prevede un incontro con ciascuno degli scrittori proposti per questa I edizione del premio (abbiamo scelto libri che possano piacere agli adolescenti: Valeria Parrella "Lo spazio bianco"; Paolo Zanotti "Bambini bonsai"; Paolo Piccirillo "Zoo al semaforo".

Il comitato organizzativo del concorso La pagina che non c'era invita i docenti referenti e gli alunni delle scuole che hanno aderito al primo incontro informativo, che si terrà lunedì 20 dicembre alle ore 16,00 nel nostro istituto. Si ricorda che in quella data sarà ancora possibile iscriversi.

lunedì 19 aprile 2010

Progetto MANDALA


Sabato 17 Aprile 2010, dalle ore 11:00 alle ore 13:00, nell’auditorium della nostra scuola, si è tenuto un incontro con le curatrici del progetto formativo “Mandala”, tenutosi presso il carcere circondariale femminile di Pozzuoli.
Il progetto è consistito nell’allestimento di un laboratorio di scrittura creativa insieme con le detenute e si è dimostrato un’esperienza molto importante e significativa, sia per lo spessore umano del vissuto quotidiano su cui si è basato, sia per i risultati artistici e letterari che alla fine si sono ottenuti.
Nel seguito riportiamo alcune note introduttive, preparate dalle curatrici del progetto, che possono servire ad illustrare le finalità del laboratorio, le difficoltà incontrate e le problematiche principali sollevate.

Da dove siamo partite
Cinque insegnanti. Lavoravamo già da sette anni nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli e avevamo avuto spesso di fronte donne abituate a tutto e capaci di tutto, che non potevamo né volevamo cambiare, ma che, a nostro parere, dovevano guardare la realtà in un modo diverso: volevamo spingerle a riconsiderare se stesse attraverso lenti deformanti, che mettessero in risalto ciò che era stato sottovalutato, nascosto, rimosso.
Eravamo state recluse anche noi così a lungo che ci sembrava di comprendere il disagio di un mondo di sentimenti e d’urla, eppure senza voce. Isolate dal mondo esterno, le donne tacciono, chiuse nella disperazione, o gridano con esplosioni di rabbia, incapaci di difendere i propri diritti e desideri e credono così che non c’è alcuna strada per farsi comprendere, come quando erano libere, come tante altre donne senza voce nel mondo libero. Per cambiare l’abitudine delle detenute di parlare senza dire abbiamo scelto di lavorare sulla scrittura. Il punto di partenza era la convinzione che esse avessero “qualcosa da dire sulle cose del mondo” e che era importante liberarsi dall’idea che il gusto di leggere e scrivere bene sia fondamentalmente una dote naturale. Avevamo visto fallire, negli anni precedenti, innumerevoli progetti che puntavano direttamente sull’acquisizione d’abilità, sul lavoro, mentre noi avevamo intuito la necessità di partire dalla persona, dai suoi desideri, da un progetto di vita rinnovato per un effettivo reinserimento sociale…

Il bastimento
Il Laboratorio di lettura-scrittura creativa “MANDALA” è stato un itinerario letterario circolare “a blocchi concatenati”, articolato sui temi più significativi del mondo femminile. Per ognuno sono state individuate donne della cultura del ‘900 che con la scrittura, la fotografia, l’arte hanno raccontato il mondo: ad esse hanno fatto eco, con i loro scritti, le donne detenute…
L’esperienza ha avuto inizio nel 2001 con la fase progettuale, e si è poi sviluppata nei due anni successivi con la stesura e revisione degli scritti, testi originali in poesia e prosa raccolti poi nel volume “Davanti a me è caduto il cielo” Ed Filema, presentato in Biblioteca Nazionale il 26 maggio 2004 e al II Incontro nazionale “Le buone pratiche in EDA”.
Questo testo rappresenta un patrimonio di pensiero, espressione di un’intera collettività, quella del territorio-carcere femminile: è il risultato di un progetto di costruzione del sé dove le parole e i segni sono testimonianza di rimozioni trasformatesi da confessioni disperate in elaborazioni emotive. Esprimono una sola voce, la voce della donna prigioniera prima di se stessa e poi del carcere, ma che ha qualcosa da dire sui temi della vita…

Il mare e l’equipaggio
La Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli è un luogo di transito dove sono presenti donne in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio (furto, spaccio, truffa) ma accusate anche di omicidio, pedofilia, associazione a delinquere di stampo camorristico: il periodo di reclusione dovrebbe essere quindi breve, ma in alcuni casi il ricorso all’appello lo prolunga anche a numerosi anni. Le detenute hanno spesso una personalità difficile, impenetrabile, abituate all’azione più che alla riflessione, inclini alla comunicazione orale più che a quella scritta. Apparentemente, quindi, sembrava un’impresa impossibile attuare un laboratorio di scrittura-creativa. Ma, sotto la superficie, affioravano emozioni imprigionate, una forte curiosità di metter piede nei mondi letterari fatti solo di parole, la necessità di prendersi cura di sé partendo dalla scrittura, l’esigenza di raccontare quei lunghi silenzi dell’esistenza o gli assordanti rumori di un passato invadente…

Alla fonda
Partite dalla convinzione che donne senza cultura e senza stimoli avessero vissuti e saperi da comunicare e che, lavorando, potessero farlo da sole, siamo certe, oggi, che ciascuno può esprimersi in modo non solo corretto e significativo, ma poetico e alto.
Ciò che ci ha spiazzato, al di là della bellezza e della suggestione dei sentimenti, è il profilo della condizione femminile che emerge dagli scritti delle donne detenute. Una condizione di fiancheggiamento, di disprezzo dei diritti femminili faticosamente acquisiti, di ruoli subordinati accettati senza condizione: un quadro arretrato, antistorico, anacronistico. Ma vero, e tragicamente reale. Leggendo le scrittrici contemporanee eravamo indotte a credere che questo profilo fosse marginale, riferibile a frange ristrette, o a paesi dove la condizione femminile è subordinata a cultura e religione: abbiamo constatato che questo modo di essere donna appartiene a gran parte delle straniere nel carcere e a moltissime italiane. Il carcere è un microcosmo nel quale le dinamiche e le problematiche sociali, come l’integrazione razziale, la tossicodipendenza, l’AIDS, il valore dell’educazione e della famiglia e ovviamente il significato della giustizia assumono ridondanza ed evidenza. E la scuola ne è osservatorio “privilegiato”. Forse sarebbe il caso di riflettere sui traguardi di autonomia che le donne hanno raggiunto e su quante e quali lo abbiano fatto realmente.

mercoledì 27 gennaio 2010

Giorno della memoria 2010


27 Gennaio 2010
Giorno della memoria

Fare scuola dopo Auschwitz

Anniek Cojean, su “Le Monde” del 29 aprile 1995, racconta di un preside di liceo americano che aveva l’abitudine di scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera agli insegnanti della sua scuola:

Caro Professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere:
camere a gas costruite da ingegneri istruiti,
bambini uccisi con il veleno da medici ben formati,
lattanti uccisi da infermiere provette,
donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.
Diffido, quindi, dell’educazione.
La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.
La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i
vostri figli più umani.

Premio Fabrizio Romano


Martedì 1 dicembre presso l'auditorium della Regione Campania Centro Direzionale Isola C3, alle ore 15.30, si è tenuta la manifestazione conclusiva della decima edizione del premio Fabrizio Romano, dedicato alle scuole della Campania ed alle iniziative utili a combattere la dispersione e l’abbandono dei percorsi formativi.

Nel corso della manifestazione l'assessore all'Istruzione della Regione Campania Corrado Gabriele ha consegnato un premio speciale a Peppe Barra.

Il premio “Fabrizio Romano” è organizzato dall’assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Campania e dall’associazione Fabrizio Romano Onlus, “impegnata da anni per la promozione dei valori di pace e convivenza civile tra i giovani di ogni cultura, al fine di contribuire allo sviluppo sociale e al contrasto della dispersione scolastica”. Il concorso, nato sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio della Regione Campania- assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro è riservato ai giovani studenti delle scuole elementari, medie e superiori di Napoli e provincia, agli studenti dei licei artistici, dell’Accademia di Belle Arti e agli universitari della facoltà di lettere e filosofia dell’Ateneo Federico II.

Nell’Istituto Statale “Pitagora” la manifestazione è stata promossa dalla prof. Francesca De Simone, che ha partecipato a tutte le commissioni organizzatrici. Il lavoro è stato suddiviso in diverse attività laboratoriali che hanno interessato parecchi studenti dell’istituto. Il risultato è stato eccellente: gli alunni dell’Istituto Statale “Pitagora” che hanno partecipato alle attività programmate nel corso dell’a. s. 2008/ 2009 hanno conseguito il primo posto al premio “Fabrizio Romano” ex aequo con alunni di alcune altre scuole campane.

- Le esperienze di laboratorio hanno riguardato la realizzazione di un piece dal titolo “I Lirici in scena” con recitazione di passi dal greco antico e dal latino da Archiloco, Mimnermo, Saffo, Alceo, Catullo, Orazio, con traduzioni di Salvatore Quasimodo; per il carme 5 di Catullo è stata scelta la traduzione in dialetto di Renato Casolaro. Si sono esibiti gli alunni Roberto Barone, Dario Caruso, Noemi Vassetti del I Classico A e Francesco Capuano, Eleonora Cardella, Francesca Colica, Federica Costagliola, Mario Cristiano, Annabella Del Grosso, Giovanni Di Spirito, Nicola Fumo, Renato Giordano, Stefano Pagano, Ivan Panza,Beatrice Parisi del II Liceo classico A, coordinati dalla prof. Claudia Spinelli e coadiuvati da un genitore, la sig.ra Rosaria Panza.
Il laboratorio, nato nell’ambito del progetto della prof. Iole Ricciuti “Accogliere bene per stare meglio”, è stata una simpatica occasione per promuovere la lettura dei classici, latini e greci, il cui messaggio, che costituisce il cardine di tutta la cultura occidentale, trova ancora oggi ragione d’essere nello spirito dei giovani che hanno saputo leggerlo ed interpretarlo con autentica sensibilità.

- Il progetto “Arte, musica e laboratorio, per promuovere la cultura della convivenza civile”, prende spunto dall’obiettivo di promuovere il successo scolastico, le pari opportunità e l’inclusione sociale, per arrivare ad un obiettivo più ampio e cioè di evitare la dispersione scolastica e offrire all’utenza una scuola che propone prodotti diversi e che si pone come punto di riferimento essendo ubicata in un quartiere difficile.
Il progetto si è avvalso di tre esperti: Mauro di Rosa per il teatro, Filomena Capasso per la danza e Edward Roberts per la musica nel teatro con particolare riferimento alla lingua inglese.
I Tutor, professoresse Amideo, Procope e Vittoria hanno supportatogli studenti e gli esperti nel lavoro organizzativo.

- Il Laboratorio di Scrittura Creativa “La Poesia salva la vita” realizzato e diretto dalla prof. M. Cicala, s’inserisce nell’ambito dell’insegnamento dell’Italiano e, nel contemperare le direttrici che rappresentano i settori propri della disciplina (educazione linguistica ed Educazione letteraria), mira ad una conoscenza più approfondita del sistema lingua al consolidamento della capacità di gestione del codice, alla sperimentazione delle molteplici possibilità di fruizione del testo letterario. Destinato agli allievi di tutti gli indirizzi di studio dell’istituto, il progetto promuove lo sviluppo della creatività sul piano espressivo-comunicativo e linguistico, il potenziamento del senso critico, l’affinamento del gusto estetico. Tra gli obiettivi d’apprendimento specifici, esso riconosce assoluta priorità alla conquista, da parte di ciascun allievo, delle abilità di lettore-scrittore “esperto” attraverso l’acquisizione della capacità di produzione di testi originali.
Hanno preso parte a questo laboratorio gli allievi: Salvatore Causa, Federica Chiesi, Dalila D’Orsi, Cristian Matino, Danilo Perillo, Silvia Marra, Andrea Marino, Luigi Tizzano, Salvatore Scotto di Clemente, Amelia Bonfigli, Sara Castro, Assia Aurisicchio.

- Laboratorio Musicale diretto dai proff. Lubrano e E. Volpe.
Il progetto “LABORATORIO MUSICALE”, esteso a tutti gli alunni dell’Istituto, è stato svolto nel corso dell’anno scolastico dal 24/02/2009 al 03/06/2009 in tredici incontri pomeridiani (dodici incontri di tre ore ed un solo incontro di quattro ore) per un totale complessivo di quaranta ore.
Il progetto è stato svolto attraverso lo studio di alcuni brani musicali finalizzati, in particolar modo, allo sviluppo di due processi fondamentali del linguaggio musicale:
a) livello di intercomunicazione (comunicazione tra i componenti del gruppo musicale)
b) livello di intracomunicazione (la relazione dell’alunno con se stesso).
Inoltre, attraverso l’ascolto di alcuni brani musicali, è stata promossa l’educazione all’ascolto al fine di riconoscere e codificare il livello qualitativo della musica.
Hanno partecipato al corso i seguenti studenti: Alessandro Pascolo, Assia Maddaluno, Valeria Daniele, Eugenio Fabiani, Giuliana Migliozzi, Roberto Barone, Luigi Militare e Alessandra Balti .

mercoledì 20 maggio 2009

Verifica del servizio

Ti chiediamo commenti e suggerimenti su come migliorare il servizio offerto dalla biblioteca della nostra scuola e sulle iniziative culturali da proporre (mostra del libro, incontri con autori, illustratori, esperti, convegni, corsi di formazione)